REGIONE SICILIANA
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Il mito e la storia da Omero ai nostri giorni

 

Il mito

I miti
Terra vergine e selvatica, abitata da Ciclopi e Lestrigoni, così Omero definisce la Sicilia nell'Odissea.
E narra la leggenda della cattura di Ulisse da parte del ciclope Polifemo, un colosso terrificante con un solo occhio in fronte, e della fuga dell'eroe greco, esaltandone l'astuzia. Accecato Polifemo, Ulisse riesce a fuggire, anche perchè, avendo detto di chiamarsi Nessuno, non viene inseguito dagli altri ciclopi, che, accorsi al richiamo di Polifemo, si sentono dire che l'autore dell'accecamento è stato Nessuno.
Ulisse scappa e il furente e disperato ciclope scaglia a casaccio enormi massi di lava in mare, nel tentativo di colpirlo.

Il mito identifica l'isola Lachea e i Faraglioni con i massi scagliati da Polifemo contro Ulisse e i suoi compagni. Grazie a questa leggenda, le antiche carte geografiche della Sicilia indicano Acitrezza come Porto di Ulisse. Accanto a questo mito è fiorito anche quello del fiume Aci, che ha dato il nome alle otto cittadine che attraversava.
Il mite pastorello Aci era innamorato della dolce Galatea, ma Polifemo, reso folle dalla gelosia, perchè pazzamente innamorato della ninfa, uccide Aci, schiacciandolo con un enorme masso.
Gli dei, mossi a pietà dallo strazio di Galatea, trasformano il pastorello in fiume, che, scorrendo perenne, trova pace e ristoro tra le braccia di Galatea, che l'attende nell'azzurro Ionio, ove i due amanti si fondono in un abbraccio senza fine.

La fantasia popolare ha probabilmente in tal modo spiegato eventi e cose naturali, ammantandoli di una dolce poeticità.
Polifemo sarebbe la personalizzazione dell'Etna, Galatea la spuma del mare, Aci il fiume che sfociava nei pressi di Capo Mulini.
Un'epigrafe settecentesca, posta sul prospetto della chiesa San Mauro, definisce il fiume Acensium faecunda parens, genitrice feconda degli acesi.
Il mito di Aci, che ha ispirato poeti e musicisti di varie epoche, oggi vive in tutte le forme d'arte. Il Trionfo di Galatea di Raffaello è conservato a Roma alla Farnesina. Sullo stesso tema vi sono opere di Annibale Carracci (Palazzo Farnese) e di Botticelli (museo di Dresda).